Il racconto si apre con la nascita di Marco, che sembra un bambino normale, ma poi rivela i sintomi di un handicap psichico. Sarà difficile per i genitori – per quanto siano uno medico e l´altra magistrato – accertarne la natura, attraverso una lunga serie di visite e analisi; ma sopra tutto sarà difficile accettare la situazione e condurre la battaglia necessaria per inserire il nuovo arrivato nella famiglia e più tardi nelle strutture della vita civile, la scuola materna, la chiesa, le scuole elementare e media. E comunque ne risulterà sconvolta la vita della famiglia, che comprende già due figlie. Il racconto è scritto in forma di diario dalla madre, che riuscirà faticosamente a passare da un iniziale atteggiamento di rifiuto, e di condanna per quanti non mostrano la giusta comprensione, a uno di accettazione, che si nutre dell´amore per il bambino e di tutte le attenzioni quotidiane che la sua condizione richiede. [b]Vincitrice del Premio Letterario "Francesco Alziator" ed. 2010, sezione "narrativa"[/b] [i]´Un bambino disabile è come un albero che non conoscerà primavera´. Michela Capone consegna la sua storia di madre parlando con sincerità e durezza di umiliazioni e di solitudini. Ripercorre le battaglie fatte contro la burocrazia negli ospedali senza trascurare i successi, piccoli ma significativi, del suo bambino. Una difficile storia personale che diventa romanzo grazie alla forza della scrittura, capace di suscitare emozioni e riflessioni amare su un mondo ancora troppo distratto nei confronti di chi nasce con le ´ali tarpate´.[/i]
Michela Capone
Michela Capone è nata nel 1961 a Cagliari dove vive. Laureata in Giurisprudenza, è magistrato presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. È sposata e ha tre figli. Questo è il suo primo libro, un racconto autentico nato da un’esperienza personale.