Una vita dedicata allo studio, anzi al culto della poesia in lingua sarda: questo è stato Angelo Dettori, sia con le cure dedicate alla rivista ´S´Ischiglia´, sia con la produzione poetica personale, raccolta in questo libro che nel titolo indica non soltanto una volontà di ricerca stilistica ma anche una chiara disposizione dell´animo. Ma la ricerca della poesia, cioè di una cosa che non produce beni e vantaggi materiali, di un tesoro inutile a conseguire agi e ricchezze, che cosa è se non una fede? E fede, appunto, è stata quella di Angelo Dettori, che coglieva e conservava la poesia dentro di sé come un´acqua limpida: Rizolos cristallinos, che sgorgano dalla parte più intima e pura dell´anima: pensieri puri e pure immagini, ruscelli trasparenti come il cristallo.
Anzelu Dettori
Angelo Dettori nacque a Bonorva nel 1894, da una famiglia povera, il più piccolo di quattro figli tutti maschi.
Frequentò la scuola elementare, con molto profitto, arrivando fino alla sesta classe. Raccontava di aver avuto per scrivania una sedia: studiava in ginocchio e a lume di candela.
Il suo maestro si prodigò moltissimo perché il piccolo Angelo proseguisse gli studi, ma inizialmente ciò non fu attuabile a causa delle scarse possibilità economiche della famiglia. Ma, dopo aver lavorato alcuni anni in campagna col padre, due zie, intuendone il talento, lo accolsero a casa loro a Cagliari. Qui proseguì gli studi e conseguì il diploma di ragioniere.
Continuò in seguito da autodidatta gli studi letterari: approfondì in particolare la Metrica Poetica e la Linguistica Sarda e per tutta la vita compose poesie in Logudorese.
La sua cultura e il suo talento gli fecero guadagnare l´amicizia di alcuni tra i più importanti rappresentanti della cultura sarda.
Scrisse la biografia del poeta Paolo Mossa, ne fece ripubblicare la raccolta di poesie e gli fece erigere un monumento a Bonorva.
Nel 1949, spinto dal desiderio di dare voce ai poeti sardi, fondò la rivista ´S´Ischiglia´, molto apprezzata non solo in Sardegna ma anche nel resto d´Italia e tra i sardi emigrati all´estero.
Morì nel 1981 mentre era intento a rispondere ai suoi lettori di S´Ischiglia´.