Tra il Quattrocento e il Cinquecento la città di Alghero assume la configurazione complessiva che si conserverà quasi intatta fino ad oggi, nonostante gli interventi di alterazione del tessuto urbano dei secoli XIX e XX. In numerose facciate del centro storico, riplasmate in fogge neoclassiche o liberty, affiorano resti di finestre e portali di lessico catalano.
Sono frammenti che fanno rimpiangere la perdita di un patrimonio di grande livello che merita di essere custodito e salvaguardato.
Ripercorrendo la storia che ha reso Alghero la più catalana delle città sarde, Francesca Schintu esamina l’architettura civile e i modi dell’abitare, da cui traspare un dialogo così fitto con il Levante iberico da riuscire a percepirne gli echi ancora oggi. Tra i maggiori centri della Corona d’Aragona si delinea un quadro densissimo di interscambi commerciali e culturali, leggibili attraverso i prospetti in conci squadrati di arenaria e confermati dalle fonti scritte d’epoca. La sorprendente mobilità dei grandi maestri investe anche Alghero e sarà interessante rintracciare nelle architetture della città murata i fili di queste animate connessioni mediterranee.
Francesca Schintu
Francesca Schintu si laurea in Ingegneria edile-architettura presso l’Università degli Studi di Cagliari e sceglie di specializzarsi in Storia dell’architettura conseguendo il diploma di Master europeo in Storia dell’architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre.
Nella stessa Università ottiene nel 2016 il Dottorato di ricerca in Storia e conservazione dell’oggetto d’arte e d’architettura con uno studio sull’architettura civile catalana di Alghero tra XV e XVI secolo. Ha pubblicato articoli su varie riviste e partecipato a seminari e conferenze nazionali e internazionali. Dal 2017 si occupa delle attività culturali e della comunicazione della Fondazione Fossoli di Carpi (MO).