Antonio Satta non è stato solo un politico. Ha lavorato alla ´Nuova Sardegna´, alla Rai, all´Ansa, a Tuttosport, a Radio Olbia a RadioteleGallura. Ha trasformato la Libertas Padru da squadretta di periferia a brillante realtà del calcio isolano. Ha avuto frequentazioni con Cossiga & Giagu, ma anche con personaggi del popolo, senza blasone né notorietà: lui si è trovato a suo agio con tutti: umili e potenti, ricchi e poveri. Antonio Satta santo subito, allora? No, non lo pensiamo né gli faremmo un favore se lo pensassimo. Come tutti, anche lui ha i suoi difetti. Antonio Satta si è distinto per una sua caratteristica: la politica gli ha dato moltissimo e lui ha donato alla politica una parte importante della sua vita, ma quando è caduto, tutte le volte ha avuto la forza di rialzarsi. Da solo, per ricominciare.
Augusto Ditel
Augusto Ditel è un giornalista di Olbia, città nella quale è nato un po´ di anni fa, quando ci vivevano sì e no ventimila anime, e ci è sempre tornato quando il lavoro (spesso itinerante) gliel´ha consentito. Riposti nel cassetto i panni di cronista militante, non ha mai appeso... la penna – pardon, i polpastrelli, quelli con cui si pigiano i tasti del computer – al chiodo, convinto com´è che il suo è un mestiere che si fa per tutta la vita. Ha lavorato nei due giornali storici della sua isola (quasi trent´anni alla Nuova Sardegna: da ´abusivo´ a redattore capo, e negli ultimi tre all´Unione Sarda come inviato) e solo ora si rende conto che questo privilegio è toccato a pochissimi suoi colleghi. Ha anche fatto il direttore (quasi quattro anni alla Gazzetta di Reggio, gruppo Repubblica-Espresso), il corrispondente dell´Ansa (sedici anni) di Repubblica (oltre 15) e oggi collabora ancora con la Gazzetta dello Sport. Ha lavorato a Olbia, Sassari, Cagliari, Trento, Ascoli, Pavia per poi rientrare nel suo borgo natìo. ´Ka torra a casa – dice un vecchio adagio gallurese – no s´è paldutu´.