A distanza di quasi ottant’anni dalla prima edizione dell’opera Grande cronaca, minima storia – sconosciuta al grande pubblico – la ristampa, riveduta e corretta, del volume di Paolo Pili aiuta a comprendere le radici storiche, le motivazioni e quelle che furono le prospettive di un fenomeno complesso e importante, il “sardo-fascismo”, che ha rappresentato una pagina fondamentale della storia della Sardegna.
L’autore, che di tali vicende storiche fu il principale protagonista, ne ricostruisce ogni dettaglio con rigore e assoluta precisione, mantenendo il necessario distacco e fondando le proprie affermazioni sui documenti.
Paolo Pili
Paolo Pili, nasce a Seneghe nel 1891. La sua è una famiglia di proprietari terrieri. Frequentati i primi anni del ginnasio, si iscrive a Cagliari alla Regia Scuola di Viticoltura ed Enologia diretta dall’agronomo Sante Cettolini. Da colui che per tutta la vita riconoscerà come Maestro, riceverà una formazione tecnica fondata su basi scientifiche. Nel territorio dell’isola imparerà a osservare caratteristiche fisiche ed economiche e apprenderà un metodo d’intervento in armonia con la sua indole portata all’azione e all’organizzazione. Non solo: l’esempio di rettitudine e la scelta politica dell’autonomia saranno altre eredità fondamentali.
Allo scoppio della guerra, sarà reclutato come tenente di artiglieria a La Maddalena. Alla fine del conflitto, farà parte del movimento dei Combattenti poi divenuto PSd’A. Su indicazione di Bellieni, fondatore e massimo ideologo del partito, verrà eletto all’unanimità secondo direttore. La sua azione politica durerà quattro anni (dal 1923 al 1927). Saranno anni cruciali: la fusione del PSd’A. con il Partito Fascista, la concessione del Miliardo, l’azione riformatrice di Pili come Segretario Federale, l’elezione alla Camera dei Deputati. Coerentemente con la sua fede autonomista e sardista, Pili promuoverà e sosterrà il cooperativismo tra pastori e agricoltori che verrà sancito dall’istituzione della FEDLAC, fonderà la società SILOS per il commercio del grano, Asili, Istituti per orfani e bambini abbondonati, sosterrà la fondazione della Scuola d’arte di Oristano e farà il viaggio negli Stati Uniti con esiti positivi per la vendita del pecorino sardo.
Mentre la Sardegna si avvia verso un sempre maggiore sviluppo, il Fascismo si afferma e si consolida come regime e i notabili detentori del potere non tollerano che i successi ottenuti dalle cooperative e dalle diverse iniziative a carattere socio-economico indeboliscano i loro privilegi. E così il destino di Pili è segnato: rinuncia a tutti gli incarichi, viene allontanato dal Partito e si ritira a vita privata. Nel dopoguerra sarà incarcerato e mandato per un anno al confino. Morirà a Oristano nel 1985.