La storia della piccola Gabriella ha inizio con un procedere di episodi, di saperi, di ricordi, che ogni parente le propone frugando nelle proprie memorie. Ma, nella famiglia della media borghesia sassarese, dove l’autrice è nata nel ’48, si aggira un fantasma, un’ombra, che porta il segreto di una terribile esperienza vissuta dal padre in un lager nazista. Il luogo di disperazione dove il padre ha vissuto lo ha segnato indelebilmente impedendogli di parlarne. Quel filo rosso, che parte negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, attraversa l’infanzia della bambina fino alla sua post adolescenza. Oltrepassa gli accadimenti che cambiano la società e gli uomini; permane nelle vicende del dopoguerra con la sua rinascita impetuosa e la rivoluzione culturale che tutto sembra travolgere alla fine degli anni ’60. Valica gli avvenimenti che subiscono e insieme costruiscono la storia, che, a volte, mostrano tutta la gracilità propria della quotidianità, ma non per questo perdono profondità e pathos.
Gabriella Ghisu
Gabriella Ghisu, è nata a Sassari dove, come voleva fare fin da bambina, ha insegnato con entusiasmo per quarant’anni coltivando, nel contempo, molteplici interessi. Ha fatto parte, come attrice, della compagnia “Cab ’70”, di cui è stato regista Giampiero Cubeddu. Ha istituito vari corsi di teatro sia nella sua scuola, sia in altre scuole della città. Ha sempre amato scrivere e ha vinto vari concorsi letterari.
Fin da bambina è stata affascinata dalla società del Novecento raccontata dai nonni e dagli anziani. Ciò l’ha portata ad approfondire le sue conoscenze del secolo passato e a viaggiare per visitare i luoghi più significativi della storia.
In precedenza ha pubblicato Teatriamo e Radici di ginepro.